Referendum Scuola
Ne parliamo anche in assemblea sindacale MERCOLEDI 11 MAGGIO dalle 11.40 alle 13.30.
Per chi non può partecipare vi alleghiamo una sintesi e dei riferimenti sulla campagna referendiaria per la scuola.
Dopo l’approvazione della legge 107/2015 (cosiddetta Buona Scuola), che ha visto la ferma contrarietà della maggiornza degli operatori della scuola e delle principali organizzazioni sindacali italiane del settore, si è costituito un comitato nazionale per la promozione di una campagna referendaria per per abrogare il peggio di questa legge.
Per informazioni potete andare
sito nazionale della campagna http://www.referendumscuola.
sito nazionale della campagna dei referendum sociali http://www.referendumsociali.
su Facebook alla pagina
4 SI per la scuola pubblica Comitato referendario Vicenza
https://www.facebook.com/4-
e sul sito del comitato di Vicenza https://4siperlascuolavicenza.
La prima fase prevede di raccogliere almeno 500mila firme per poter presentare i 4 referendum sulla scuola, qui sotto in sintesi i quesiti referendari.
Potete firmare presso il vostro comune di residenza oppure presso uno dei tanti banchetti tenuti ogni sabato e domenica in corso Palladio a Vicenza
Primo quesito: abrogazione dei finanziamenti privati alle singole scuole, incremento per le statali.
Se vince il SI
ogni donazione da parte dei cittadini confluisce solo all’interno del sistema d’istruzione nazionale statale, redistribuendo le risorse tra zone ricche e povere e scuole che ne hanno più o meno bisogno. Si eviterà così la creazione di scuole di élites e di scuole-ghetto e il prevedibile sbilanciamento a favore delle scuole private, in modo da garantire il diritto allo studio a tutti.
Secondo quesito: abrogazione del potere dei presidi di scegliere e confermare (o meno) i docenti.
Se vince il SI
il dirigente scolastico non potrà più, a sua discrezione, scegliere e confermare o mandar via dopo tre anni i docenti. Gli incarichi tornano a essere assegnati dagli uffici scolastici regionali, con criteri oggettivi e senza il ricatto della scadenza, eliminando il rischio di gestione clientelare (in Italia poi…) delle assunzioni, e di limitazione della libertà d’insegnamento: il preside non potrà condizionare i docenti.
Terzo quesito: abrogazione dell’obbligo di minimo 200-400 ore di alternanza scuola-lavoro.
Se vince il SI
viene abrogato il limite minimo fissato per legge di 400-200 ore in azienda (istituti tecnici e professionali e licei) di alternanza scuola-lavoro. Potranno così decidere le singole scuole quando, dove e come pianificare esperienze professionali coerenti con gli obiettivi del proprio Piano di Offerta Formativa, evitando di perdere ore di lezione anche in assenza di esperienze di lavoro formative, solo per ottemperare a una formalità.
Quarto quesito: abrogazione del potere del preside di scegliere arbitrariamente i docenti da premiare.
Se vince il SI
viene abrogato il potere del dirigente scolastico di scegliere i docenti a cui dispensare discrezionalmente il premio salariale per presunto “merito” (con tutti i rischi clientelari che non facciamo fatica a immaginare). Il comitato di valutazione torna composto dai docenti e dal dirigente, non deve più identificare nessun “criterio per la valorizzazione” e si limita a esprimere parere sul periodo di prova dei neo-assunti. Il fondo annuale da 200 milioni si conferma salario accessorio per valorizzare tutti i docenti, precari inclusi, ed è inserito nella contrattazione integrativa nazionale e di scuola.
RSU ITIS ROSSI
Enrico Zogli, Carlo Guzzo, Petrolo Pasquale