Gli strumenti

La Scuola Industriale fondata nel 1878 da Alessandro Rossi ha rappresentato, nel panorama didattico dell’Italia appena unita, una novità assoluta con riguardo soprattutto alla sua impostazione didattica: scuola-officina-convitto. L’officina, intesa come esperienza di lavoro con macchine e strumenti “veri”, tipici dell’industria, doveva essere, fin dalle prime conoscenze teoriche, complemento necessario ad un apprendimento completo della materia tecnica e quindi “portata” dentro alla scuola, non come “stage”, si direbbe con linguaggio moderno.


Il finanziamento, al quale lo stesso fondatore Rossi ha contribuito fin dall’inizio con somme notevoli, era finalizzato all’acquisizione di macchinari e strumenti di misura di livello elevato, a competere con le industrie più moderne.


Nella scheda “Le fatture” sono riportati alcuni fornitori esteri che non hanno bisogno di commenti, ma moltissimi sono stati gli acquisti anche presso le migliori ditte italiane di macchine e strumenti, per l’elettrotecnica e la meccanica, la radiotecnica e la chimica e, in genere, per tutte le discipline che esigevano strumenti e materiali “industriali” e scientifici di alto livello da utilizzare per le lezioni e per le attività di laboratorio e di officina. Anche perché, nei primi cinquanta anni della sua storia, l’Istituto dipendeva dal Ministero dell’Industria. Tuttavia anche dopo il suo passaggio alle dipendenze del Ministero della Pubblica Istruzione, ora MIUR (Ministero Istruzione, Università e Ricerca), ha cercato sempre di mantenere, negli acquisti e nelle attrezzature, la stessa impostazione.

Attraverso alcune immagini, che l’archivio fotografico della nostra Scuola ha messo a disposizione, si può ripercorrere il cammino di formazione degli Allievi del nostro Istituto.
Al MUST (Museo della Scienza e della Tecnica) dell’Istituto sono esposti alcuni “pezzi” che hanno fatto la storia della didattica al “Rossi”.

In particolare proponiamo le bellissime foto con il prof. Giuseppe Magnifico a spiegare il “cervello elettronico” ai suoi allievi del I° Corso di Elettronica, nel 1953, e quella del prof. Brenno Setti, assistente dell’ing. Pietro Lovisetto, a “svelare” i segreti di un televisore, sempre nel 1953 (quando la TV, in Italia, entrò nelle case nel 1954!).