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Gli studenti di 5ACH-5BII organizzano un flash mob per la libertà di Patrick Zaki

(Isabella Cunico 5ACH) E’ l’8 Febbraio 2020 quando Patrick Zaki viene arrestato dal governo egiziano.
Perchè? Le accuse sono: “incitamento alla protesta”, “istigazione a crimini terroristici”, “minaccia alla sicurezza nazionale”, “diffusione di false notizie”, “propaganda per il terrorismo” attraverso una decina di post su Facebook.
Ma partiamo dal principio.
Chi è Patrick Zaki? E’ uno studente egiziano presso l’università di Bologna. E’ un attivista che si batte coraggiosamente in favore dei diritti umani.
Come molti altri studenti fanno, aveva approfittato di una pausa accademica per tornare alla sua città natale, Il Cairo, e passare un po’ di tempo con i parenti; ma quella che doveva essere una tranquilla vacanza in famiglia, si è trasformata nell’inizio di un incubo.
Viene arrestato appena arrivato all’aeroporto del Cairo dai servizi segreti egiziani e messo in carcere senza processo.
Ad oggi, si trova in detenzione preventiva da ben 22 mesi.
L’udienza è fissata per oggi, 7 Dicembre 2021, in cui si deciderà sulla colpevolezza o meno di Patrick Zaki per il reato di “diffusione di notizie false dentro e fuori il paese”; le altre accuse sono nel frattempo decadute.
Secondo quanto riportato da chi ha potuto parlare in carcere con Patrick, il ragazzo è stato picchiato, torturato, sottoposto ad elettroshock e ha potuto vedere la sua famiglia e il suo avvocato se non in pochissime occasioni.

Da tutto il mondo stanno arrivando petizioni e richieste di scarcerazione perché ritenuto un prigioniero di coscienza: tutto ciò che il giovane attivista ha fatto è stato battersi per i diritti umani ed esprimere la propria opinione, esercitando i suoi diritti, quegli stessi diritti che noi occidentali esercitiamo ogni giorno senza nemmeno doverci pensare su, perchè li diamo per scontati.

Purtroppo non è il primo caso di studente vittima dell’autoritario regime di al-Sisi, più volte condannato dal Parlamento europeo per violazione dei diritti umani a causa dell’abuso di potere da parte della autorità egiziane, responsabili di torture, arresti e condanne inflitte in modo arbitrario, sparizioni di attivisti e di semplici cittadini, intimidazioni ai danni di ricercatori e giornalisti.
In particolare, noi Italiani non possiamo dimenticare che quattro anni prima dell’arresto di Patrick Zaki, ovvero nel febbraio del 2016, un giovane ricercatore italiano fu sequestrato, imprigionato, torturato e ucciso con crudeltà inaudita dai servizi segreti egiziani, rimasti ad oggi impuniti: il suo nome è Giulio Regeni.
Chiediamo verità per Giulio Regeni e libertà per Patrick Zaki.
Non dimentichiamo questi nomi, non voltiamoci dall’altra parte.

Guidati dai professori Enrico Zogli e Stefania Padovan, noi ragazzi della 5°ACH/BII dell’istituto “A. Rossi” di Vicenza abbiamo svolto un percorso di Educazione civica volto alla sensibilizzazione sul tema dei diritti umani. Abbiamo raccolto informazioni riguardo le vicende di Giulio Regeni e Patrick Zaki e ne abbiamo discusso in classe; volendo dare un contributo e una forma concreta alle nostre riflessioni, abbiamo deciso di pubblicare una foto sul sito della scuola e di stendere queste righe convinti che, prima di essere italiani, siamo tutti cittadini del mondo e solo perchè questa volta le violenze si sono consumate in un altro paese e non ci toccano da vicino non significa che non ci riguardino per nulla.
Se ci sono persone in Egitto che spariscono da un giorno all’altro e non tornano più a casa, se nel mondo ci sono bambini che lavorano nelle fabbriche o nelle miniere, se ci sono donne calpestate e uccise e guerre in corso, come facciamo noi “fortunati” a girarci dall’altra parte?
I cambiamenti non sono fatti solo dalle grandi personalità che si studiano nei libri di Storia, ma ognuno può fare la differenza. E noi abbiamo deciso di farla diffondendo queste notizie e dichiarando la nostra solidarietà. La scuola è anche questo.

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